Con quasi quarantamila auto in meno al giorno che entrano nella cerchia dei Bastioni, la cosiddetta “area C”, attiva a Milano da gennaio 2012, ha liberato il centro dal problema del traffico.Il traffico in centro è, infatti, diminuito del 30 per cento e, in questi ultimi cinque anni, sono state stanziate dal Comune e dalla Regione risorse per il potenziamento dei mezzi pubblici.
Infatti, con circa 30 milioni di euro all’anno in più nelle casse comunali sono state potenziate linee di superficie di tram e bus, più corse della metropolitana (che gode di una linea conclusa da alcuni mesi, la 5), stazioni di carsharing anche fuori dal centro e poi auto e moto in condivisione per agevolare chi rottama l’auto per sempre.
Una rivoluzione green portata in giro per il mondo come esempio virtuoso di superamento dell’equazione “mobilità uguale macchina o moto” che davvero ha visto Milano ricoprire un ruolo pionieristico nell’ambito delle grandi città europee.
Sono stati liberati 150 mila metri quadrati di spazi pubblici con la trasformazione in zone pedonali e ciclabili e allo stesso tempo è stata potenziata la mobilità in condivisione, con 6.700 mezzi tra bici, bici elettriche, auto e scooter a disposizione.
Ciò, in una delle zone più inquinate d’Europa, dove ogni anno a causa della cattiva qualità dell’aria si registrano migliaia di decessi e malattie respiratorie.Evidenti i risultati dei primi mesi del 2016, anche da un punto di vista dell’inquinamento dell’aria: emissioni del pericoloso particolato fine, il Pm10, ridotte del 61 per cento rispetto allo stesso periodo del 2008 (con la precedente “pollution charge” Ecopass attiva) e poi diminuzione di ammoniaca (-71 per cento), ossidi totali di azoto (-43 per cento), biossidi di azoto (-45 per cento), anidride carbonica ( -38 per cento).
Tutti dati importanti che, tuttavia, non ci devono far dimenticare che il tasso di inquinamento a Milano rimane molto elevato, soprattutto in prossimità delle grandi arterie e delle tangenziali.Ma questo non è soltanto una questione di provvedimenti comunali in materia di blocco del traffico che, ribadiamo, sono molto validi e non devono essere in alcun modo rivisti, allargando le maglie.
La questione, ad avviso di chi scrive, è più culturale che normativa e, quindi, ben più difficile da risolvere.
Due piccoli esempi, frutto dell’esperienza quotidiana di ciascuno.
Ciascun lettore può compiere da sé una breve statistica ed appurare che gran parte di coloro che sono alla guida di un’autovettura a Milano sono da soli in auto, così davvero congestionando il traffico, non sfruttando a pieno le potenzialità del mezzo inquinante ed aumentando esponenzialmente le polveri sottili.
Inoltre, nel periodo freddo, è altrettanto innegabile lo spreco di riscaldamento di molte strutture commerciali e dei grandi magazzini: ulteriore concentrato di polveri che non fanno altro che aggravare la situazione già complessa.
E non è questione di norme, di regole né di controlli, come ben si può appurare da questi piccoli esempi.
E’ questione di consapevolezza del cittadino che deve far propria l’idea che l’inquinamento sia un danno davvero per tutti, in particolare per quanti sono cagionevoli di salute, anziani o bambini e che, quindi, ogni comportamento che spreca volutamente energia aumentando le polveri sottili è un grave disvalore sociale.
Senza questa presa di coscienza, di ciascuno di noi, ogni misura normativa per limitare l’inquinamento urbano sarà semplicemente un piccolo palliativo che non potrà in alcun modo risolvere il problema.