di Pierluigi Castagnetti da Facebook
Sulla nuova legge elettorale (in attesa ancora dell’approvazione da parte del Senato) sono state scritte tante cose e sprecati tanti superlativi assoluti. La verità è che non si può andare al voto senza una legge elettorale, fatta dal Parlamento, omogenea per entrambi i rami del parlamento. Una legge necessariamente non perfetta perchè dovendo essere condivisa da una maggioranza parlamentare la più larga possibile, non può che essere frutto di compromessi, accettabili, ma pur sempre compromessi. Se poi davvero funzionerà alla prova del fuoco delle urne oggi non possiamo saperlo. Possiamo solo augurarcelo, nell’interesse del paese non di uno o un altro partito.
È una legge maggioritaria per un terzo dei seggi (dunque, almeno per questa parte, non la si può definire di nominati dai partiti, come sinora è stato invece per la totalità dei seggi senza aver sollevato grandi reazioni dai segretari dei partiti di ieri), e proporzionale con listini plurinominali corti per i restanti seggi, come avviene in molte altre democrazie europee e come aveva legittimato la ns Corte costituzionale nella sentenza di bocciatura dell’Italicum.
Si poteva fare una legge migliore? Probabilmente si, in altra condizione parlamentare.
Non é un colpo di stato nè un golpe. È semplicemente un testo la cui approvazione ha preso in contropiede partiti contrari (che contavano sui franchi tiratori) e giornalisti militanti per una prospettiva di caos.