Nicola La Torre fu tempo addietro un super-dalemiano brillante, ora è assai meno dalemiano e un poco meno brillante, ma comunque spicca come Presidente della Commissione Difesa del Senato. Un ruolo importante e di grande responsabilità.Parlando di soccorso in mare nel Canale di Sicilia, il senatore Nicola La Torre ha detto una cosa che sembra logica e condivisibile: ” Non può essere consentita la creazione di corridoi umanitari gestiti direttamente dalle ONG”.

C’è, però, un problemino: se gli ordini impartiti alla nostra Marina Militare attraverso il Comando UE di Frontex sono quelli di NON avvicinarsi alle coste libiche MA INVECE di fare BLOCCO NAVALE sui confini di mare italiani, che succede se la Capitaneria di un porto siciliano riceve una chiamata di S.O.S che arriva dalle acque internazionali o dalle acque libiche? Chi ci va? Vede, senatore La Torre, tutta questa discussione è viziata da un fatto che in Commissione Difesa dovrebbe essere ben noto: le ONG non sono comparse “per caso”, ma perché abbiamo (avete!) ordinato alla Marina militare di trincerarsi dentro i confini italiani, e lì aspettare… Le povere Capitanerie di porto (senza personale e con pochi mezzi navali) da sole non ce la facevano… e allora (consapevolmente!) si è fatto ricorso alle ONG come sostituto dello Stato. Hanno riempito un vuoto, non lo hanno “occupato”. Che ora alle ONG chiamate a sostituire lo Stato – che sulle loro spalle ha scaricato un barile pesante: la vita o la morte di migliaia di persone – si rimproveri di fare come se fossero il Governo (di aprire corridoi umanitari) . Beh! E il colmo: il Governo italiano vorrebbe soccorrere senza andare in soccorso e controllare senza essere sul posto e aprire corridoi umanitari restando alla finestra a guardare gli altri che si arrabattano come possono. Ma, come scoprì Parmenide, proprio un italiano del sud come lei, fondando sul principio di non-contraddizione tutta la civiltà occidentale: “l’essere è e non può non essere”. La Verità è una.
Esca dall’arrocco, La Torre, e giochi un’altra partita a scacchi: quella dell’Italia e dell’Europa che si prendono in carico tutto il tema del Canale di Sicilia con scelte di Governo esplicite, chiare e responsabili. E dei Governi che NON scaricano alle Associazioni NON Governative i problemi impopolari, tipo il soccorso in acque libiche e tipo la vita-o-morte di chi sta in mare.
Spogliata dalle contraddizioni e dalle ipocrisie la questione dei corridoi umanitari si riduce, come sempre, alla semplice dimanda: li volete fare o no?
A rispondere devono essere il Senato, la Camera dei Deputati, il nostro Governo, l’Europa. Se la risposta non arriva, non ci si può lamentare della confusione: è la mancata risposta che crea la confusione.
E dunque? Vi prego, tornate a “Mare Nostrum”, cioè all’idea di una strategia globale dove la gestione dei soccorsi sta in capo allo Stato. All’Europa sarebbe meglio. Ma se lo Stato italiano latita è comunque peggio. E si vede.
p.s.: Leghisti, FdI, FI: il Blocco navale c’è già. E’ che non funziona.