La città della cultura europea 2019, già da tempo immemore sapeva come gestire il ciclo dell’acqua. Patrimonio Unesco dal 1993, di cui una delle motivazioni di iscrizione fu, appunto, la gestione della risorsa idrica, ora la città si è messa in mostra, restaurata e pronta a ricevere chi vorrà conoscere una delle tante peculiarità italiane.
Matera nacque durante il Neolitico, intorno e all’interno di una grande rupe calcarea, il complesso dei Sassi – il Barisano a nord-ovest ed il Caveoso a sud-est e che fa parte dell’altopiano carsico delle Murge, ossia caratterizzato da una grande scarsità d’acqua, ma con facilità di scavo.
Le tecniche si sono raffinate nei millenni portando ad una capacità di raccolta e conservazione delle acque al massimo livello. E Matera cresce nei Sassi ed intorno con altre gallerie, corti a pozzo centrale fino alla costruzione della cattedrale intorno al XIII secolo.
Il sistema materano
Tutti a scuola abbiamo imparato il principio dei vasi comunicanti, ed è esattamente questo che hanno sfruttato nell’antica Matera.
L’acqua, risorsa vitale, era di origine piovana, scarsa, ma anche sorgiva, proveniente da fonti vicino alla città, che con un opportuno sistema di canalizzazioni arrivò fino alle case.
Dal punto più alto della città partivano due percorsi destinati ai Sassi, con cisterne di riserva, già con le canaline per l’eventuale troppo pieno, che arrivavano nelle caverne adibite ad abitazione ad una sola facciata. Sembra che all’inizio si sfruttasse anche la condensazione per procurarsi l’acqua; ossia i primi abitanti spinti dalla necessità di procurarsi acqua aveva costruito delle buche nella roccia, coperte da pietra e dotata di idonea apertura per prelevare l’acqua. Per effetto del salto termico tra l’interno e l’esterno di giorno o di notte l’umidità dell’aria si condensava producendo acqua.
Come racconta il sito, voluto dai giovani materani e piuttosto ricco di video, foto ed indicazioni di percorsi, la cisterna più importante nonchè la più grande, è sicuramente il Palombaro Lungo di piazza Vittorio Veneto, scavata nel XIX secolo; questa consentiva il rifornimento di acqua per tutte le costruzioni del “piano“.
Buona parte del sistema idrico materano venne, purtroppo, distrutto durante il periodo fascista e solo in parte è stato recuperato e protetto, a partire dagli anni 80 del secolo scorso, a seguito del ritorno di una parte della popolazione dopo il forzato allontanamento degli anni precedenti.
Il recupero dell’antico sistema è al centro di percorsi guidati che la città offre con particolare enfasi nel 2019, collegandosi ad eventi e mostre che raccontano l’unicità di Matera.
fonte wikipedia